Da Camaldoli a San Michele in Leme
Dal Pereo, dal paese di S. Alberto di Ravenna, una direttrice importante negli spostamenti di Romualdo è quella che va verso nord, verso Pomposa. Abbazia già allora notevolissima e, ancora più a nord, Venezia dove sorgerà S. Michele di Murano – oggi ospita il campo santo della città lagunare – che è uno scrigno di bellezza e cultura. Vi operarono Fra Mauro famoso cartografo morto nel 1459, il veneziano Niccolò Malerbi editore della prima traduzione italiana integrale della Sacra Scrittura, intellettuali come Mittarelli e Costadoni che pubblicarono la monumentale storia dell’Ordine degli Annales Camaldulenses . Nel 1806 la consistenza della biblioteca arrivò a contare 40.000 volumi.
Michele di Murano fu anche una potente istituzione nel secolo XVI con emanazioni in molte parti del nord Italia fino ad avere possedimenti a Parenzo e precisamente ad Orsera – Vrsar in croato – situati nello splendido “fiordo” del Canale di Leme – Limski Kanal – dove con nostra sorpresa abbiamo rinvenuto la chiesetta di S. Michele in località Kloster diruta ma ancora con testimonianze benedettine e camaldolesi, oggi restaurata e che merita senz’altro un viaggio. Nella parte opposta del Canale è situata la grotta di San Romualdo – Romualda Spilja – dove il santo, in crisi, si rifugiò, allorché morirono nelle terre dei Prussi i cinque fratelli da lui inviati per evangelizzare le locali popolazioni e allorché morì l’Imperatore Ottone III, poco più che ventenne e grande amico di Romualdo, dopo averlo salutato al Pereo. Dalla crisi Romualdo seppe riemergere dopo tre anni di isolamento, con ancor più profonda fede e determinazione.